Il pomeriggio dell’11 marzo, sul prato sud della Casa Bianca, un passeggero speciale si è infilato in una nuova e fiammante Tesla Model S, mentre il suo fido braccio destro, comodamente seduto accanto a lui, spiegava ai cronisti accorsi sul posto che «il presidente merita la miglior tecnologia americana».
I due si chiamavano – e si chiamano ancora – rispettivamente Donald Trump ed Elon Musk, e la loro tempestosa bromance è diventata l’ago della bilancia degli Stati Uniti.
La scenetta in favor di obiettivo di marzo – un capo di Stato seduto accanto al tycoon che più di ogni altro ha sostenuto la sua vincente campagna elettorale presidenziale – sanciva l’apice simbolico di una luna di miele entrata nel vivo l’anno precedente, quando Musk aveva investito quasi trecento milioni di dollari in super PAC Repubblicani e aveva rimodulato l’algoritmo di X per amplificare voci pro-MAGA e mettere il silenziatore ai profili di sinistra.
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